Tempus fugit. Il tempo è quantizzabile?

Tra le infinite domande che l'appropinquarsi prima ai 20 e poi 30 anni mi ha regalato, ce n'è una che mi tormenta, con cadenza settimanale per non dire giornaliera.
Il tempo è quantizzabile? E', cioè, possibile dividere il tempo all'infinito o arriveremo finalmente ad un granellino, una unità di tempo indivisibile?

Vi voglio proporre uno scenario. Facciamo che il tempo siano raffigurato da una clessidra. Di sopra ci sta il futuro, passerà verso la strettoia che è il presente e cadrà nel rigonfiamento inferiore che è il passato. Diamo il via!
I granellini iniziano a scendere, dal futuro al passato, passando nel presente. Vista da lontana, la polvere che scende si comporta quasi come un fluido, ma con una impressionante lente di ingrandimento è possibile contare uno per uno i granellini che passano per la strettoia della clessidra che, come detto, rappresenta il presente. Ottimo!! In questo caso, il tempo è quantizzabile!
Ecco. A questo scenario non ho mai creduto.

Mi ha sempre messo il dubbio la fotografia. Ma a questo ci arriverò dopo. Per adesso vorrei presentarvi due osservazioni facilissimi ed incontestabili, riscontrabili da tutti nella vita di tutti i giorni.

Osservazione numero 1:
Il presente è quel momento in cui il futuro diventa passato.

Osservazione numero 2:
Il futuro non esiste ancora; il passato non esiste più.

Domanda:
Allora il presente cos'è? Esiste?

Stando a quanto osservato, il presente non dovrebbe esistere. Questa ipotesi è raffigurabile pensando a due mattonelle perfettamente quadrate, levigatissime; una rappresentante il futuro e l'altra il passato. Accostiamo queste due piastrelle: aderiranno perfettamente. Ecco, il presente sarebbe allora l'intercapedine (a spessore zero) tra tali due mattonelle. Ed è qualcosa di assurdo: sappiamo che tra le due mattonelle c'è qualcosa: infatti, quella cosa ha un nome, che è intercapedine ("via di fuga", mi diranno gli esperti piastrellisti), ma tale qualcosa non ha una dimensione spaziale. E' semplicemente una divisione.

Questa è l'idea che ho di presente. Che è assurda, è inconciliabile con tutto ciò che è intuitivo: io sto scrivendo questo articolo ora, nel presente! Ricordo di (non) aver ascoltato il mio professore di filosofia che citava un pensatore che sosteneva che si vive solo nel futuro. Forse ha ragione: nel presente noi terminiamo quello che è programmato nel futuro e lo cediamo al passato. Ma a questa idea, dalla quale mi sento attratto, proprio non riesco a cedere. Non riesco a credere che il presente non esista! Già che non esiste il futuro ed il passato, pensa se non esistesse nemmeno il presente! Ed è proprio per questo che cerco disperatamente una prova che il tempo sia diviso in quanti, in granellini. Eppure, anche se qualcuno me lo dimostrasse, non ci crederei comunque, perchè anche all'interno di quel granellino il tempo dovrebbe scorrere. O noi ci muoviamo a scatti? Ed è in questo ambito che entra la fotografia, generatrice di tutta la domanda.
Quando noi scattiamo una fotografia, l'otturatore si apre e si chiude. Un tempo breve, ma spesso visibile anche ad occhio nudo, quindi in realtà un tempo lungo. In quel tempo, il soggetto che noi fotografiamo forse si è mosso, eppure la fotografia, quella che stampiamo è un'immagine. Una sola. Perchè non è un video? Se l'otturatore è stato aperto un certo tempo, avrà colto una realtà in movimento, ma è riuscito a sintetizzarla in una immagine. In un istante. Come ha fatto? Come è possibile? Se il tempo è un flusso, non dovrebbe essere possibile. Ma le fotografie esistono e non si muovono. Questo potrebbe essere un indizio che il tempo sia diviso in quanti? Magari! Ma questa ipotesi non regge, perchè dubito che un apparecchio costruito dall'uomo riesca ad aprirsi e chiuderti in una quantità di tempo così piccola da poter cogliere un quanto.

Una clessidra. Anzi, una foto di una clessidra. Due idee di tempo (quantizzato vs fluido) che dovrebbero contrastarsi, ma che in realtà convivono... Il fatto che questa foto esista ne è la prova.

Sirio mi ha fatto notare che alla scala temporale di 10-44 secondi, l'intervallo di tempo è così piccolo che il tempo stesso perde il suo significato.
Va bene, accetto questo concetto tranquillamente e lo posso usare per spiegare la mia vita di tutti i giorni. Ma la mia domanda permane......

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