La bellezza dei posti di confine
Recentemente mi è capitato di andare in Francia in macchina. Mi piacerebbe raccontarvi le disavventure successemi in tale occasione, ma mi preme di più, come opportuno in questa sede, esprimervi la mia opinione sulle frontiere di stato. Specialmente quelle europee, dove non serve passaporto e i vari Paesi sono piuttosto diversi tra loro.
Sarà forse per il fascino delle cose abbandonate che ho sempre subìto, ma ogni volta che passo un confine di Stato per me è un vortice di pensieri ed emozioni diversi, tutti della durata di pochi secondi, quanto ci vuole a varcare un confine (senza controllo passaporti).
Il fascino deriva dal fatto che le zone di confine sono un misto in tutto, un misto di omogeneità e di eterogeneità. Il paesaggio è lo stesso, di certo non cambia dietro la linea, la neve è caduta in eguale quantità sia qua sia là. I cartelli già da qualche chilometro prima e fino a qualche chilometro dopo sono bilingue, rendendo l'attraversamento una transizione piuttosto che uno shock. Amo pensare che un francese che abiti vicino al confine venga spesso a prendersi un caffè in Italia, o che un italiano addirittura faccia il pendolare Italia-Francia perchè è proprio in territorio francese che lavora. Amo vedere che lo spazzaneve italiano arriva a pulire anche un po' di strada francese, perchè tanto l'interesse è comune: transitare. Di più: non c'è una interruzione nell'asfaltatura della strada al confine e nemmeno un cambio di vernice della segnaletica orizzontale. E' stata fatta una volta per entrambi gli stati, che si sono messi d'accordo per la realizzazione di quella strada, o forse addirittura no, perchè tanto metro più-metro meno poco mi cambia. Gli accordi sono ancora più belli nel caso di infrastrutture importanti che segnano il confine, come ad esempio un ponte pagato da entrambi gli stati o, caso ancora più estremo, la galleria sottomarina tra Francia e Regno Unito. Due stati che si incontrano a tavolino... con lo scopo di incontrarsi, di unirsi fisicamente. Omogeneità, sin qui. Ma l'omogeneità prende fascino quando inserito in un contesto fortemente eterogeneo. I luoghi di frontiera sono omogeneità dentro l'eterogeneità, perchè comunque, specialmente in Europa, lo stato in cui ci apprestiamo ad entrare è, probabilmente molto diverso da quello da cui veniamo. Non solo fisicamente e culturalmente. Leggi diverse vigono dietro quella linea. Oltre quella linea immaginaria l'aborto potrebbe essere proibito o ammesso, i matrimoni omosessuali, la legge elettorale eccetera! Si può finire in guai giudiziari per motivi che qualche metro prima non sono contemplati o, parallelamente, si potrebbero avere opportunità che qualche metro prima potremmo solo sognare.
L'abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne all'Unione Europea era uno degli obbiettivi primari degli accordi di Schengen del 1985. Dieci anni dopo, e comunque in periodi diversi per adeguamenti normativi e tecnici, i posti di dogana hanno iniziato ad essere aboliti. In Italia ciò è avvenuto nel 1997. A fronte di ciò, mi stato fatto notare come qualcuno invece subisca il fascino del controllo passaporti, che rende ancora più netto lo shock tra un Paese e l'altro. Pur comprendendo tale passione, trovo ancora più affascinante la libera circolazione delle persone. Mi appassiona vedere le sbarre delle dogane ormai un po' arrugginite in posizione perennemente alzata. Sono perennemente alzate perchè ormai la Francia è anche un po' casa di un italiano e viceversa. E ancora, come contrasto a tutto ciò, è bello vedere come ancora ci siano posti di polizia presidiati alle frontiere. Gendarmi con le mani dietro la schiena a vedere il traffico che passa, ma comunque presenti, perchè saremmo pure sotto lo stesso tetto, ma comunque in una stanza diversa dalla nostra e con regole diverse. E poi è bello anche vedere il poliziotto italiano e il gendarme francese costretti a lavorare a pochi metri l'uno dall'altro, senza capirsi magari, ma che -mi piace pensare- vedendosi ogni giorno alla fine riusciranno ad esprimere qualche battuta o a commentare l'ultima partita di calcio, magari proprio Italia-Francia. Il primo cartello che incontriamo varcando il confine è quello dei limiti di velocità nelle varie tipologie di strade. ITALIA. Autostrade: 130km/h. Superstrade: 110km/h eccetera eccetera. In stile: benvenuti a casa nostra; ecco le regole.
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