Conti in tasca.
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Il boss con tanti miliardi. |
Da buon inquisito, sono qui ad esprimere le mie difese. Cosa c'è di vero e cosa c'è di falso, almeno dal mio punto di vista?
FALSITÀ: sono tirchio. Ovvero mi irrita il fatto stesso di spendere soldi.
VERITÀ: oculo molto attentamente l'esborso.
Sei sempre in giro!!
Spesso mi chiedono come faccio ad essere sempre in viaggio, quanti soldi spendo, oh ma sei pieno di soldi, eccetera. Sì, ormai ci ho fatto l'orecchio. È vero che una famiglia può detenere proprietà immobiliari ma un Isee può rivelare bene che la liquidità è in realtà molto poca.La soluzione di questo insolubile enigma? Signori miei: io non vado praticamente mai al cinema, praticamente mai a cena fuori, poche volte a bere con amici. A ballare ci sarò andato cinque volte in tutta la vita e non penso di farne più di altrettante volte per il resto del tempo che mi rimane. Ed ecco che in questi momenti vengo accusato di essere avaro!! Non è assurdo? Per lo stesso scopo (viaggiare) vengo allo stesso tempo accusato di essere tirchio e spendaccione! Non sarà forse che la grande maggioranza non capisce il mio criterio di spesa? Inoltre: quando sono in viaggio, mi accontento di camerate di ostelli, pranzo al sacco e seleziono bene le attività (ma questo non solo per soldi, ma anche per riempire al meglio il limitatissimo tempo disponibile). E ancora: le migliori serate a casa, le passo sul sito di Ryanair o WizzAir a cercare le migliori tariffe.
Offrire.
Ma non è finita qui! Perchè colgo questa sede per liberare un grande e frustrato sfogo una volta per tutte. Io offro. Mi piace offrire, è un immenso piacere. Un caffè, tipico, un dolce, una cena. Lo faccio spessissimo perchè è molto gratificante. E vi dirò: se mi mettessi a fare i conti di quanto offro io rispetto a quanto ricevo in offerta dagli altri, sono sicuro senza alcun dubbio che il bilancio sarebbe in netto negativo per me! Ma siccome non sono tirchio, questo conto non mi metto a farlo. E si può andare anche oltre. Perchè offrire non è solo pagare una pasta al bar ad un amico. È anche offrirsi sistematicamente, quasi automaticamente, di prendere la macchina per portare gli amici. Che poi, nel benaugurato caso in cui gli amici si mettano la mano al cuore e al portafogli per condividere le spese, siccome ho il Telepass, cos'è, faccio pagare l'autostrada? Ma no.... Oppure ancora: siccome quando c'è da pagare un conto collettivo sono spessissimo io che anticipo i soldi degli altri, capita frequentemente che per un discorso di resti o per un discorso di improvvisi attacchi di amnesie si renda difficoltoso restituirmi il denaro dovuto. E quindi avanza un euro qua, cinquanta centesimi te li darò, eccetera. E chi li ha più rivisti?? Perchè poi io chiedere soldi è una cosa che non sopporto e che dovrei invece imparare a fare. Ecco, questo genere di conti è meglio non farli. Qualcuno potrebbe a ragione darmi del tirchio già per il fatto spesso che io abbia iniziato a pensare a questi conti. Questi conti non si fanno e basta. Ebbene, ho iniziato a fare le prime stime -mai conti esatti per fortuna- quando sono stato ripetutamente accusato di tirchieria. Ho iniziato a farle per vedere se le accuse corrispondevano a verità e vi posso assicurare che no. Semplicemente, ripeto, in pochi capiscono i miei canoni di spesa. Ad onor del vero, ammetto che ho anche degli amici da cui ricevo molto (parlo ancora in termini molto materiali) e da cui non sento imbarazzo nel ricevere, sentimento che normalmente provo. Altri sono anche piuttosto precisi nel restituire ciò che ho prestato e apprezzo molto. Purtroppo, la loro bontà non compensa lo squilibrio di uscite considerate globalmente tutte le persone che conosco e per il quale devo spesso ringraziare i miei genitori per fornire la copertura adeguata a questi esborsi.
L'assurdo.
L'esperienza più bella è stata quando durante una vacanza con una persona, in cui in teoria le spese erano condivise ma poi in realtà il bilancio era comunque in rosso per me, tale persona si lamentò persino delle cose che avevo offerto perchè non della qualità che questa si aspettava! Ma è fantastico!
Cosa devo ammettere.
C'è invece una cosa che devo ammettere e far contento chi mi accusa. A volte ho la tendenza a risparmiare non già in vista di una futura spesa, ma con lo scopo stesso dell'accantonamento. Insomma, risparmiare per risparmiare. In realtà non vedo male nemmeno questo. Perchè è vero che si può risparmiare per un preciso scopo (ad esempio: un futuro viaggio pianificato), ma si può risparmiare anche per spese impreviste, che siano essere negative (ad esempio: mi hanno bozzato la macchina e devo ripararla) o anche positive (ad esempio: adesso non sono appassionato di golf, ma se un giorno lo diventerò, avrò a disposizione i fondi per comprarmi la mazza).
Acquisti: più spendi e meno spendi?
Non è sempre detto che comprare un oggetto di qualità migliore comporti sempre un risparmio. Supponiamo che un iPhone costi 900 euro e duri quattro anni interi con prestazioni ottimali (è vero che l'iPhone è il telefono migliore al mondo, ma è difficile pensare che dopo quattro anni sia ancora perfettamente performante). Supponiamo quindi che ci siano modelli Samsung da 200 euro, con le stesse funzioni principali dell'iPhone (vedi WhatsApp, Facebook, buono schermo, buona fotocamera, calendari, contatti sincronizzati) ma che le prestazioni ottimali durino solo un anno e che quindi ogni anno debba spendere 200 euro per tenermi al passo. Dopo quattro anni, avrò speso 800 euro, con telefoni sempre nuovi e risparmiando 100 euro sull'acquisto di un iPhone. Quindi la soluzione al dilemma è: quando si cercano funzioni peculiari (esempio nei cellulari: eccellente fotocamera, eccellente sincronizzazione) allora è vero che più spendi e meno spendi. Conviene spendere di più una volta per avere un oggetto duraturo con tutte le caratteristiche di ottima qualità. Se invece si cercano solo le funzioni base, le più usate, non ha senso dirigersi su prodotti più costosi. Siamo nei tempi dove IKEA vince.
In definitiva.
I conti in tasca fateli per le vostre tasche.
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