Il daltonismo spiegato a tutti voi e la realtà non oggettiva.

Più o meno ogni volta che qualcuno viene a sapere che ho dei problemini coi colori, piovono sempre le stesse domande. Confondi il rosso e il verde? Non vedi i colori? Addirittura, vedi in bianco e nero? A volte divertito, a volte sconsolato, provo a spiegare il daltonismo a chi i colori li vede e li distingue bene. L'impresa risulta sempre assai ardua perchè effettivamente mi rendo conto di quanto sia strana questo difetto genetico. L'occhio ci vede bene, eppure non sa capire, non sa distinguere i colori.

<<Non hai imparato a memoria i nomi dei colori?>>

Anche se a rigor di logica ciò potrebbe essere vero (si veda questa famosa vignetta), dopo questa frase ho deciso che la mia vita sarebbe nettamente migliorata e meno frustrata trovando una spiegazione efficace per spiegare il daltonismo ai non daltonici. E questa soluzione l'ho trovata affrontando la sfida più difficile, ovvero spiegare il daltonismo ad un cieco. Onestamente parlando, quello di spiegare i colori ai ciechi è una sfida ben nota, ma non mi ci ero mai cimentato personalmente.
Ho provato a spiegare il daltonismo nella seguente maniera.

Immaginiamo di stare io e te da un lato di Piazza Cavour e c'è una persona dall'altro lato che ci urla qualcosa, da distante. Io ho dei problemini ad un orecchio, non ci sento benissimo. Ebbene, quel tizio ci urla una frase. Tu la capisci e la intendi perfettamente, io non capisco bene una parola e magari la scambio per una simile. Eppure abbiamo sentito tutti e due gli stessi suoni, le stesse parole... peccato che io non riesco ad interpretarne una mentre tu sì.

Il daltonismo è qualcosa di simile: io vedo perfettamente i colori, ma non riesco a interpretarli, a dire quali siano.

Esistono dei test -test di Ishihara- per la rivelazione del daltonismo e discromatopsie in generale che, a mio parere, hanno un risvolto clamoroso sulla visione del mondo.
Ne riporto uno qua sotto.


Nella figura 3, un normovedente riconosce il numero 6. Io, insieme a tutti i miei amichetti daltonici, vedo sì e no un 5.
Nella figura 4, un normovedente vede un bel 29. Io e la mia compagnia un vago 70.

Ma come? Voi ed io stiamo vedendo davvero la stessa immagine, ma con due risultati diversi. Questo ha da sempre suscitato in me interrogativi su quanto la realtà possa essere oggettiva. E' vero, c'è una differenza tra voi e me perchè il mio occhio ha qualcosa di diverso dal vostro (o il vostro dal mio), ma la realtà si suppone essere unica. Eppure, io la interpreto diversamente.

Ciò mi ricorda i cari bei vecchi tempi di Papa Joseph Ratzinger. In tutti i suoi discorsi, le parole di sua santità si rivolgevano contro un unico, grande nemico che starebbe alla base, se non di tutti, di molti mali nella società: il relativismo. Secondo il Papa, esso si concretizza nel "pensiero debole, quello che sostiene che non ci sono fatti ma solo interpretazioni".
Ma, guarda un po', il daltonismo è una spinta in più verso questo modo di concepire della realtà che proprio rimane indigesto a Benedetto XVI.
Tuttavia, di questo parlerò in un prossimo articolo.

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